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NEWS 

ROBIN HOOD

10-25-2021 18:36

Caterina Forti

Miti e leggende, Caterina forti, Robin Hood, consapevolezza, cuor di leone , principe,

ROBIN HOOD

Robin Hood, il principe consapevole

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Il principe consapevole.

 

“ Ma che ne sarà delle nostre famiglie? Lo sceriffo si è preso tutto quello che avevamo!

E allora, in nome di Dio, ce lo riprenderemo. ” 

 

 

Robin Hood, l’eroe romantico, difensore degli indifesi. Colui che ruba ai ricchi per dare ai poveri; il ladro dei ladri che si nasconde nella foresta di Sherwood insieme a un manipolo di compagni; il legittimista e protettore della corona di re Riccardo Cuor di Leone contro l’usurpatore Giovanni Senzaterra. Il cuore impavido dell’eterna lotta tra il bene e il male.

 

Chi non ha sognato, almeno una volta nella vita, di essere Robin o la sua coraggiosa Marian, o un compagno delle sue avventure?

 

Robin Hood è leggenda. La sua figura riscuote il consenso collettivo. Siamo tutti con lui, lo ammiriamo per il suo idealismo e la sua goliardica sfacciataggine. Ci piace il suo modo di beffarsi del tiranno sfidandolo apertamente mentre compie azioni pericolose e audaci, riuscendo comunque a farla franca.

 

Mi scopro a guardare Robin da una prospettiva diversa. Non lo vedo come il difensore di un trono e di cittadini inermi, bensì come un uomo che difende i suoi diritti personali, leader di uomini e donne animati dalla stessa missione.

 

Il Robin che conosciamo sembra essere l’ago della bilancia tra il vero re assente e il suo popolo, l’unica voce che si alza a contrastare l’illegittimità del regno di Giovanni Senzaterra: la storia infatti ci racconta che grazie alla resistenza del gruppo di Sherwood, il Cuor di Leone rientra in possesso del suo regno, lasciato senza guida dopo la sua partenza per le crociate in Terra santa.

 

Davvero conoscete qualcuno che partendo per lavoro o per vacanza, lascerebbe la sua casa incustodita, con la porta aperta in balia di chiunque? Pretendendo ancor più che un vicino  o una persona di coscienza stia li ogni giorno a chiamare la polizia o a litigare per difendere la proprietà lasciata a se stessa?

 

Eppure, il Cuor di Leone ha agito cosi. E’ partito e ha lasciato la sua corona il suo regno e il suo popolo alla mercè di un usurpatore, consegnando il fardello delle  conseguenze delle sue decisioni alla coscienza di terzi.

 

Questo accade nella vita di ogni giorno, quando si consente a qualcun altro di disporre della  sacra vita. Si lascia che il diritto di decidere liberamente della propria esistenza sia consegnato nelle mani di un prepotente che potrà decidere cosa si deve fare, pensare, comportare.

 

Oltretutto con la vana illusione che questo atteggiamento di sudditanza possa favorire il rispetto e la gratitudine. Raramente chi domina riserva rispetto ai dominati; la stragrande maggioranza delle volte procederà ad oltranza sul sentiero già tracciato.

 

Fin dalla nascita siamo programmati all’obbedienza: riceviamo costantemente ordini. Prima dai genitori, poi dagli insegnanti e via a seguire man mano che si cresce. Nessuno però ci insegna a pensare con la nostra testa, a dare valore alle nostre opinioni e al nostro sentire: bisogna apprendere ex-novo la capacità di essere consapevoli dei propri talenti  e responsabili della realtà che creiamo, operando scelte in linea con il sé autentico. 

 

Continuo ad osservare Robin. Mi chiedo, se si è armato per difendere e rivendicare diritti già suoi, in quanto essere umano, come mai non ha accusato il Cuor di Leone di condotta irresponsabile e di alto tradimento verso il regno e il  popolo?

 

Da una certa prospettiva Riccardo è colpevole quanto il fratello per le sofferenze  arrecate al suo popolo: il suo atteggiamento imprudente ha consentito a Giovanni di tiranneggiare piuttosto che governare.

 

Siamo di fronte dunque a una realtà duale, il bene e il male che regna all’interno di un sistema?

 

Oppure il Cuor di leone rappresenta qualcosa di impalpabile, di metaforico, piuttosto che raffigurare davvero una persona fisica?

 

Chi è re Riccardo? O cosa identifica nella vita di Robin?

 

Il Cuor di Leone può rappresentare la divinità, la giustizia sopra ogni cosa, la legittimità, l’ordine, il supremo ideale che anima gli eroi: per questo motivo l’abile arciere abbraccia la causa della lotta contro l’oscurità, contro il male che dilania l’essere umano.

 

O semplicemente, Riccardo è il destino di Robin.

 

Nessuno può sfuggire a “quell’insieme imponderabile di cause che si pensa possa determinare gli eventi della vita”.

 

Il destino è ineluttabile: è “una potenza superiore che regola la vita secondo leggi imperscrutabili e immutabili”.

 

Se il destino di Robin era quello di combattere contro la tirannia allora non poteva esimersi. Si, certo, avrebbe potuto dapprima negarsi ad esso, piegare la testa e sottomettersi, ma prima o poi quella fiamma si sarebbe accesa, lo avrebbe divorato senza dargli pace.

 

Se Riccardo Cuor di Leone era il nome del destino di Robin, ebbene il nostro eroe lo ha abbracciato completamente.

 

Nessuno di noi sa da dove arriva e dove sta andando, questo è il dilemma dell’umanità.

 

A me piace pensare che arriviamo da un piano di luce per vivere esperienze su questa terra, per poi farvi ritorno. Consapevole di questo, posso fare solo scelte coraggiose.

Ma questa è la mia personale opinione. Così come lascio aperte altre considerazioni sulla leggenda di Robin Hood e dei ribelli di Sherwood, che è bella  e affascinante anche così come è raccontata e come la conosciamo da sempre.

 

Che cosa vuol dire Azeem? Grande essere.”