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Il femminino nell’uomo tra narrativa e realtà

11-12-2021 17:20

Caterina Forti

Miti e leggende, Caterina forti, Evoluzione, esperienza , Migliorare,

Il femminino nell’uomo tra narrativa e realtà

Il femminino nell’uomo tra narrativa e realtà

 

 


“L’uomo e la donna sono due scrigni chiusi a chiave, dei quali uno contiene la chiave dell’altro.”

Karen Blixen

Il femminino sacro nella donna è un argomento semplice quanto complesso da spiegare a chi ne è digiuno, figuriamoci a comprenderlo nell’uomo. Pertanto, prima di addentrarmi nell’argomento, onde evitare confusione e fraintendimenti racconterò una storia, come facevano gli antichi.

 

La mitologia greca ci narra la storia di due fratelli, due gemelli, figli di Zeus e Leto. Nacquero nell’isola di Delo, la femmina prima, il maschio dopo. Due fratelli bellissimi che divennero gli dei più amati dalle popolazioni elleniche. Lei era Artemide, la dea vergine della caccia, successivamente identificata nel suo aspetto lunare come Selene, lui era Apollo, il figlio perfetto, dio del sole.

 

Al sorgere del sole, Apollo saliva sul suo carro dorato e percorreva i cieli, al tramonto tornava sull’Olimpo e sua sorella prendeva il suo posto, guidando il carro argenteo fino all’alba.

 

Se la luna e il sole erano alti in cielo, era grazie al lavoro incessante delle due divinità, una femminile, l’altra maschile. E cosi il giorno aveva il suo corso, cosi come la notte. Due realtà differenti, la luce e l’oscurità, due astri diversi, il sole e la luna, due fratelli gemelli, un maschio e una femmina. Tutti presenti tuttavia nelle ventiquattro ore che compongono un’unica realtà, il giorno.

 

Non esiste un giorno senza la notte, tantomeno una notte senza il giorno. Due energie che si susseguono in moto continuo,  il dualismo che diventa l’uno.

Il simbolo Yin e Yang esprime visivamente questo concetto.

 

Dal web :”Lo yin e lo yang è un simbolo di armonia, che causa l'equilibrio e produce l'interazione tra le due energie. Yin yang sono due concetti del taoismo, che espongono la dualità di ogni cosa nell'universo. Lo yang è un'energia luminosa, un'energia positiva, al contrario invece lo yin è una luce negativa, una luce passiva”. 

 

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L’energia Yang è maschile, dominante, attiva, analitica, aggressiva che promana dalla sfera sinistra del cervello.

L’energia Yin è femminile, intuitiva, passiva (leggi ricettiva), remissiva, compassionevole che ha sede nell’emisfero destro.

 

Quando le due energie si congiungono, come si vede dall’immagine, conservano una parte di sé nello spazio dell’altro. Quando queste due facce della stessa medaglia sono in equilibrio allora si raggiunge la perfetta armonia.

Polo negativo Yin e polo positivo Yang sono presenti costantemente nel quotidiano, basti pensare alle pile o ai gancetti dei vestiti, o ad altri molteplici esempi.

 

L’essere umano non fa eccezione. Infatti possiede in egual misura sia componenti maschili quanto femminili, entrambi parimenti importanti quanto indispensabili. Le troviamo nel corpo, il fegato e la cistifellea, nella comunicazione, la parola e il discorso, nelle opere, la casa e il palazzo e cosi via.

 

Le due energie sono nella nostra vita e conviviamo con esse senza difficoltà e in automatico. Fanno parte di noi.

Ed emergono in maniera evidente nei rapporti interpersonali.

 

Parto con una domanda, cosa cerca una donna in un uomo?

 

Dapprima sicurezza e protezione, caratteristiche proprie dell’energia maschile e poi, la sensibilità, la dolcezza, la comprensione, la tenerezza, la leggerezza che altro non sono che la pura espressione del femminile.

 

Con una carezza, un abbraccio, l’ascolto e la comprensione, attraverso la gentilezza o la commozione, o tramite l’espressione della sua creatività, in questi momenti, il maschio sta usando l’energia femminile.

 

Quando un uomo prende in braccio suo figlio e ne calma il pianto, con amore e dolcezza, attiva la sua parte femminile, cosi come quando guarda con amore la sua compagna estasiato dalla sua bellezza, quando la rispetta e le concede gli spazi per esprimersi nella sua vita. 

 

Tenerezza e dolcezza. Stati dell’essere che non  compromettono la sua virilità o la sua forza mascolina.

Il femminino nell’uomo è questo. 

 

Il principio femminile nella realtà: Ataturk

 

Una persona in Turchia aveva capito bene il valore delle donne già prima della proclamazione della Repubblica, il suo fondatore Atatürk. 

 

Secondo il Presidente una nazione dove le donne non hanno gli stessi diritti degli uomini è come un corpo malato che funziona per metà.

 

Inoltre, ribadendo il grande ruolo avuto dalle donne anche durante la guerra di indipendenza, (dove oltre a lavorare nei campi, a badare alla famiglia da sole poichè i mariti erano in guerra, aiutarono l’esercito) diede il diritto di voto e di eleggibilità alle donne nel 1930, ben prima di alcuni paesi europei tra cui l’Italia dove tale decisione fu presa nel 1946 e quindi 16 anni dopo. In molteplici occasioni, sottolineò l’importanza delle donne:

 

“O donna Turca eroina, tu devi essere elevata in cielo sulle spalle e non strisciare per terra”.

 

“Il motivo per cui la nostra comunità non ha successo nasce dalla trascuratezza e mancanza che dimostriamo nei confronti delle nostre donne”.

 

“La comunità umana, la popolazione è formata da due esseri chiamati uomo e donna. È possibile che facciamo progredire solo una parte di una società? Che trascurando l’altra, tutta la comunità possa progredire? È possibile che, mentre la metà di una comunità rimane incatenata alla terra, l’altra parte possa elevarsi in cielo? Non c’è dubbio, i passi di progresso, devono essere fatti come ho detto, da parte dei due sessi insieme, da amici ed è necessario che si guadagni terreno insieme, accompagnati dai rinnovamenti nei campi del progresso.”

 

“La nostra religione non ha mai richiesto che le donne rimanessero indietro rispetto agli uomini. Quello che Dio ordina, è che la donna e l’uomo si facciano insieme una scienza ed una cultura. La donna e l’uomo, devono cercare questa scienza e questa cultura ed andare dovunque esse siano ed esserne pieni. Se si esaminano la storia islamica e Turca si vedrà che non ci sono le cose a cui ci riteniamo in qualche modo vincolati. Nella vita sociale turca le donne in confronto agli uomini non sono affatto rimaste indietro nella scienza, cultura e negli altri aspetti. Forse sono andate più avanti.”

 

Curiosità

 

La figlia adottiva di Atatürk, Sabiha Gökçen fu la prima donna pilota turca e la prima donna pilota di aerei militari del mondo.

 

Con la progressiva sottomissione del femminile al maschile, i nostri tempi hanno vissuto l’assolutismo dell’uomo che però si è espresso attraverso l’estremizzazione di questa energia, fatta di violenza, aggressività, imposizione, coercizione.

 

Un uomo che, per attivare la sua energia maschile, è indotto a utilizzare toni e maniere forti, sta esprimendo la sua natura nella forma malata e distorta. Le stesse caratteristiche di un maschile estremo le troviamo anche nelle donne.

 

Al contrario, colui che ha attiva un’energia sana, la esprime attraverso comportamenti che trasmettono sicurezza, stabilità. 

 

Un padre con queste caratteristiche dona in eredità ai figli la capacità di dire “no” al momento giusto, senza dubbi ne incertezze; consente loro di fare scelte in totale sicurezza e di crescere sicuri e affidabili, per se stessi e per gli altri.

Il maschile sano ed equilibrato infonde  chiarezza e  autostima.

 

Nel mondo animale, le femmine scelgono il loro compagno in base a questi requisiti, affinchè possano sentirsi protette e i loro cuccioli possano crescere sani e forti.

In definitiva, anche noi donne ci muoviamo su questa frequenza, e chiediamo ai nostri partner, potenziali padri dei nostri figli, di assicurarci sicurezza, stabilità , protezione nella coppia.

 

Equilibrio e armonia: l’uomo perfetto, Tarzan delle scimmie

 

Qualcuno ha letto il romanzo di Tarzan delle scimmie, nato dalla penna di Edgar Rice Burroughs? Io non l’ho fatto, e sinceramente non ricordavo neanche il nome del suo autore.

 

Perché Tarzan è soprattutto un personaggio televisivo, dal cinema ai cartoni animati.

E’ il mito intramontabile di consensi e di successo, sempre attuale quanto appassionante nelle sue innumerevoli avventure, con due costanti: il legame con la natura e il suo amore per Jane.

 

Qualche sera fa mi sono imbattuta in un programma televisivo che osservava in Tarzan il processo evolutivo dell’uomo nell’ambito della conoscenza di sé: Tarzan cresce nella natura, in armonia con le sue leggi, amandola e rispettandola. Venuto a conoscenza della sua identità, la forza delle origini lo guida verso l’Inghilterra, accettando il suo titolo di Lord. E’ proprio nella dimensione della civiltà che Lord Greystoke entra in crisi, conosce il conflitto tra il dovere di essere e il volere essere. Un lotta esistenziale tra la sua vera essenza e il ruolo che è chiamato a ricoprire nella linea dinastica combattuta nel suo corpo, nella sua mente, nella sua anima, senza tregua.

 

Ormai allo stremo delle forze, Tarzan ascolta il cuore. E sceglie.

 

Torna alla Terra, alla Madre, riabbracciando quell’energia circolare fatta di solidarietà, di sostegno, di collaborazione, di cicli di vita, di nutrimento, di scambio di accoglienza. Nella femminile natura, Tarzan riparte da sé, abbracciandola e riscoprendo se stesso. Il suo nuovo inizio viene dalla Terra, servendosi dell’energia verticale, maschile, per salire verso l’alto, è sicuro di sé, è fermo nelle sue decisioni.

 

Lo fa con Jane, per cui nutre un amore idilliaco, totale, devoto, assoluto. “Un amore imparagonabile a quelli vissuti nella giungla di asfalto.”

Nella semplicità, nella bellezza, nella purezza della vita che sceglie di condurre, Tarzan manifesta l’energia del femminino che è in lui, da cui trae la sua vera forza.

 

Tutti gli attori televisivi che si sono, via via avvicendati nel ruolo di Tarzan erano veri maschi, seducenti e forti. Oltre all’avvenenza e la prestanza fisica e virile del re della giungla, ciò che innamora è la sua semplicità, la sua istintività, la bellezza dei suoi sentimenti.

 

Credete davvero, uomini, che una donna sia attratta dalla prepotenza, dall’arroganza, dai soprusi, dalla prevaricazione e dal dominio?

 

Nel cinema e nella vita reale, soggetti animati da questi sentimenti sono “brutti e cattivi”. E non hanno niente di virile o maschio.

 

Chiedetelo alle vostre donne come colgono il vero maschile. Lo avete mai fatto?

Vi sorprenderanno.

 

N.d.A

Questo articolo è l’omaggio dell’autrice agli uomini che hanno radici nella Terra.